Cry Havoc


Cry Havoc

“Cry Havoc and let slip the dogs of war” — Julius Caesar, W. Shakespeare

Scritto e interpretato da Stephan Wolfert

Regia Eric Tucker

Con materiali di William Shakespeare

Traduzione e sopratitoli Donatella Codonesu

– Il folgorante incontro fra teatro e vita di un veterano – 

Dopo due anni di paralisi, dopo sei anni nell’esercito degli Stati Uniti, dopo aver sofferto della Sindrome da Stress Post-Traumatico, Stephan Wolfert salta su un treno che attraversa le montagne del Montana. Lontano da casa. Nel nulla. Alcolista e senza la minima idea di cosa fare del resto della sua vita. Fino a che per caso entra in un teatro, scoprendo la voce di Shakespeare e una insospettabile affinità di quelle storie con la propria. Da allora Stephan fa teatro, arrivando alla scena di Broadway. E oggi è responsabile di uno speciale programma di recupero per veterani attraverso il teatro, De-cruit (www.decruit.org)

Nel testo l’attore include alcuni dei più famosi discorsi di personaggi shakespeariani, come lui reduci di Guerra: Coriolano, Enrico V, Tito Andronico, Marco Antonio. Le parole senza tempo del Bardo sono fonte di una riflessione sul tema della Guerra e sul difficile reintegro dei veterani nella società civile.

Lo spettacolo torna in Italia dopo essere stato presentato con successo al Teatro Sala Uno di Roma, collezionando critiche entusiastiche. nell’ambito del Festival Shakespeare Re-Loaded (Roma-Verona, aprile 2016), in collaborazione con il Teatro Argot Studio di Roma e Casa Shakespeare di Verona.

 

SINOSSI

Figlio di una desolata provincia americana, Stephan si arruola nell’esercito e viene programmato per la guerra. Dopo aver perso il suo migliore amico sul campo, torna dalla Guerra del Golfo con la comune sindrome da stress postraumatico e, incapace di riadattarsi alla vita civile, diventa alcolista. Sbandato e solo, si ritrova su un treno che attraversa le montagne del Montana. A una fermata qualsiasi e per caso entra in un teatro, scoprendo la voce di Shakespeare e un’insospettabile affinità di quelle storie con la propria.

RECENSIONI

STAMPA ITALIANA

«Cry Havoc and let slip the dogs of war» è il verso tratto dal Giulio Cesare che dà il titolo all’emozionante monologo scritto e interpretato da Wolfert e diretto da Eric Tucker. In jeans e maglietta l’interprete articola una lunga narrazione, perfetta nell’equilibrio comico-drammatico dei toni, nelle digressioni storiche e nell’altrettanto precisa scrittura coreografica del testo, agìta con studio rigoroso della parola e della gestualità. Lucia Medri – Teatroecritica.net

L’attore sta declamando Shakespeare con la stessa semplicità con cui narra di sé, ed è proprio così che dimostra una grande e solida tecnica attoriale, quella che trasporta lo spettatore nella storia e allo stesso tempo lo tiene ancorato alla poltrona. Impossibile distogliere l’attenzione su questo attore così bravo, che unisce commozione e ironia nello stesso istante, che mantiene una concentrazione impeccabile, nonostante ogni tanto si lasci sfuggire volutamente delle interazioni con il pubblico, e nonostante parli una lingua diversa dall’italiano. Gufetto Magazine – By Jessica Bertagni

Cry Havoc è uno di quegli spettacoli che va assolutamente visto, perché la sola descrizione non è in grado di esprimere tutta la sincerità, il coraggio e l’utilità – sia in chi guarda sia in chi recita – di un’operazione del genere: Stephan Wolfert mette il suo grande talento totalmente a disposizione non soltanto della propria biografia ma di causa molto più grande di lui, quella dei veterani. […]in questo modo, si compie uno dei più grandi atti d’amore che si possa compiere verso il teatro: restituirgli la sua funzione più importante, quella catartica. Cristian Pandolfino – La Platea.it

Wolfert genera empatia istantanea grazie alla naturalezza con cui recita Shakespeare come se fosse la sua vita e la sua vita come se fosse Shakespeare, portando sul palco un insopprimibile urgenza di condivisione limpida e di rara onestà, tanto da far commuovere pur non cadendo mai in pietismi o in retorica moraleggiante, e avendo cura di lasciare il vero orrore sempre distante quanto basta da lasciarlo solo intravedere. Sarah Curati – Paperstreet.it

USA PRESS

He’s a convivial host when talking with his audience one-on-one and morphs into a seasoned Shakespearean actor who interprets the dense language with a clear voice and intent. Hayley Levitt – Theatermania

Mr. Wolfert is a puckish performer with a lithe build. Alexis Soloski – New York Times

If there’s a more visceral production in Houston right now than Cry Havoc! I’d like to know. It chews you up and spits you out, as it were. It gives you chills while swathing you in empathy. Its horrific images of warfare are countered with angelic theatrical effects as the human heart is exposed. You haven’t quite been to a place like this, yet it’s homey and warmly embracing. A nightmare with raw nerves; it’s a plea for understanding and healing. D.L. Groover – Houston Press

Powerful theater can ensue when an artist simply, or not so simply, decides to bear witness: This is what I saw, this is what I experienced, this is what I think it means, this is why you should care.

Stephan Wolfert commits himself body and soul to that mission in “Cry ‘Havoc!’,” and the result is riveting. […] Wolfert delivers a dynamic and physically expressive performance. Don Aucoin – Boston Globe

Wolfert is a dynamic performer, a compelling storyteller, and a consummate actor and mime. […]There is such a directness in all this that it is a marvel. His face, voice, hands, body, and feet are sensitive and every angry blow, every hateful moment of his life, becomes a shared event. J. Peter Bergman – Ther Berlshire Edge

This is an exceptional and provocative piece of theatre – timely and therapeutic for vets and all of us. Gloria Miller – CurtainUp

Wolfert’s physical movements are devastating and memorable, […] Wolfert’s acting skills are superb, but his writing should not be minimized. Doni Wilson – Houstonia Mag

A captivating and powerful one-man show […]These real-life stories of war and its aftereffects are vividly told, and with seemingly boundless energy, physically acted out by Wolfert in a way that no other actor could do with the same authenticity and passion. This play is unique, honest, compelling and poignantly relevant to today’s world.   Angelica Potter – Onstage Blog

BIO ARTISTI

Stephan Wolfert – attore, autore, regista, ex Ufficiale medico presso l’Esercito USA, Stephan ha lasciato le armi per dedicare la propria vita al teatro dopo l’incontro con il Riccardo III di Shakespeare. Ha conseguito un Master of Fine Arts degree al Trinity Rep Conservatory di Providence (Rhode Island), nel 2000. A Broadway ha diretto il segmento militare di Twyla Tharp & Billy Joel Movin’ Out. E’ inoltre uno dei fondatori della Shakespeare Company, ha insegnato recitazione shakespeariana presso diverse università e scuole di teatro in Stati Uniti e Canada, ha fatto parte di varie compagnie teatrali e lavorato come coach per il Cirque du Soleil. E’ il Direttore Artistico Fondatore del programma Shakespeare & Veterans e del Veterans Center for the Performing Arts (V.C.P.A.) e oggi si dedica allo sviluppo del programma DE-CRUIT per il reintegro dei veterani militari attraverso la formazione attoriale. Progetto che Stephan sviluppa da decenni in tutto il Nord America e in Italia, esaminando le opere di Shakespeare dalla prospettiva di un ex-soldato, lavorando con veterani e medici e utilizzando i testi di Shakespeare e la formazione attoriale classica per affrontare il trauma e aiutare la transizione dalle armi alla vita civile. Per DE-CRUIT ha ricevuto l’encomio del City Council di Los Angeles e i suo lavoro è stato oggetto di pubblicazioni artistiche e scientifiche. E’ membro del PACH (Project for the Advancement of our Common Humanity)di NY.

Eric Tucker – Regista dell’anno 2014 per il Wall Street Journal, Eric Tucker ha al suo attivo innumerevoli regie di spettacoli Off Broadway di grandi teatri in città come New York, Boston, Los Angeles e Praga in Cechoslovacchia. E’ co-fondatore della nota compagnia Bedlam, della quale è direttore artistico e che ha collezionato nomination e premi soprattutto per le sue regie, i suoi spettacoli godono sempre di recensioni eccezionali e di “tutto esaurito” da record e ottime recensioni sulle testate più importanti (inclusi New York Times, Time Magazine e molte altre). Eric è anche attore e insegnante di teatro per la New York University. Come regista e attore ha lavorato con nomi come William Hurt, Ed Asner, Tina Packer, Burt Bacharach. Il suo Sense and Sensibility ha ricevuto una nomination ai Premi Lucille Lortel per le produzioni Off Broadway 2016 (miglior regia) e ha vinto il l’Off Broadway Alliance Award.